Due giorni per ricordare Bruno Lauzi

Bruno Lauzi 

Nel decimo anniversario dalla scomparsa di Bruno Lauzi, un varesino di adozione e nostro compagno di Parkinson, una nostra amica é intervenuta alla manifestazione tenutasi a Rocchetta Tanaro. Ecco la sua testimonianza.

 

RITORNERAI, c’è una strada nel parco………..

Quando Paolo mi disse che avrebbero organizzato due giorni di eventi in memoria di Bruno Lauzi scomparso 10 anni fa e che mi avrebbero coinvolto, non osavo crederci tanto era bello. Avevo scoperto il Bruno Lauzi poeta, quando mi sono ammalata io stessa. Ricordo ancora la commozione, alla prima lettura della sua poesia ‘La mia mano farfalla’ e l’eccitazione di quando trovai nella rete la sua famosa lettera immaginaria a Mr. Parkinson. E adesso, avevo la possibilità di andare in quella piccola città dell’astigiano a ricordare con affetto : il piccolo grande uomo…

Partii con due cari amici giovedì 23 giugno. Faceva molto caldo, ma talmente tanta era la felicità da non sentire neppure le gocce di sudore che scendevano copiosamente dalla mia fronte…

Il primo evento era l’inaugurazione di una via col nome di Bruno Lauzi, presente il figlio Maurizio Lauzi. Ricordo di essermi cambiata velocissimamente (chissà perché in quel momento il Parkinson sembrava un lontano ricordo) e di essermi recata a passo svelto sul luogo della cerimonia. Tanti i volti noti: in primis Gianfranco Fasano, organizzatore dell’evento e poi Jocelyne, Memo Remigi, Oscar Prudente, Alberto Radius, Michele e Marco Ferradini. Questi sono solo quelli che mi ricordo, ma ce n’erano sicuramente altri di pari livello. Erano tutti intenti a scattare foto per immortalare il momento. Prima di togliere il drappo dal cartello indicante ‘Passeggiata Bruno Lauzi”, la Banda iniziò a suonare ‘Ritornerai’. Tutti gli strumenti facevano un meraviglioso sottofondo ad un assolo di tromba. L’atmosfera era come rarefatta, l’emozione intensa e molti avevano gli occhi lucidi. Poi sia la sera stessa che quella successiva, sul grande palco montato nella piazza principale si sarebbero alternati i nomi più importanti della musica italiana.

Il venerdì pomeriggio venne anche il mio turno. Il mio evento sulla poesia era un evento minore. Si trattava di prendere come base il filmato girato nel 2001 da Antonio de Lucia e poi arricchirlo con poesie e con la presenza di uno scrittore, in grado di commentare le frasi più significative del filmato. Fu un pomeriggio bellissimo e indimenticabile. Quello che porterò sempre con me nel mio cuore è l’emozione provata leggendo una frase di Francesco de Nicola nella prefazione dell’autobiografia. “Tanto domani mi sveglio” che descrive Bruno Lauzi ”capace di esprimere con le note e con le parole, la sensibilità di chi nella vita ha sempre saputo trovare una ragione per celebrarla: dal sorriso di una donna al porcino nascosto tra l’erba, da una saggia tartaruga al poeta che una sera s’uccise, perché amare e cantare la vita non significa ignorarne le sofferenze”.

Incredibilmente, il Parkinson nonostante tutto era riuscito ancora una volta a sorprendermi e regalarmi un’esperienza straordinaria, che mai avrei pensato di poter vivere.

Lidia Sbalchiero

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