GyroGlove: tecnologia sperimentale al servizio dei parkinsoniani

GyroGlove, come potrebbe apparire a prodotto finito.

GyroGlove, come potrebbe apparire a prodotto finito.

Negli ultimi tempi si parla tanto di tecnologia indossabile o, per chi vuole apparire più alla moda di wearable technologies. Ma c’è spesso confusione sul significato esatto di questo termine, essenzialmente perché il mercato è ancora giovane e non ci sono molti esempi. L’idea è di rivoluzionare il modo in cui usiamo la tecnologia: fino ad oggi siamo stati abituati ad oggetti ingombranti che appoggiamo sui mobili (televisori e stereo) o sulle scrivanie (computer e radiosveglie) o riponiamo nelle nostre tasche (cellulari); quello a cui si vuole arrivare è una tecnologia abbastanza piccola da poter essere indossata ed entrare a far parte del nostro quotidiano. Al momento il mercato offre per lo più smart watch e fitness tracker, ma la speranza è di vedere nel prossimo futuro buona parte dei gadget che i film di fantascienza ci hanno fatto sognare.

Ed oggi parliamo proprio come questa tecnologia possa aiutare i parkinsoniani, presentando un nuovo prodotto che entrerà a breve in fase di sperimentazione, il GyroGlove.

Stando a quanto riportato sul sito ufficiale, l’idea è nata quando Faii, il fondatore del progetto, ha osservato un’anziana signora di 103 anni faticare a mangiare una zuppa per via di acuti tremori che le impedivano di maneggiare il cucchiaio. Dopo aver aiutato la signora, l’allora tirocinante in medicina Faii ha chiesto alle infermiere informazioni sulla condizione medica della paziente, ed ha avuto in risposta che purtroppo non era possibile fare nulla perché le medicine avevano smesso di fare effetto.

È a quel punto che gli è venuta in mente l’idea di approcciare il problema da un altro punto di vista, ed al posto di cercare una soluzione medica ha provato con una ingegneristica.

Il giroscopio: si può vedere come nonostante il supporto si muova, l'asse di rotazione rimanga fermo (credit. wikipedia)

Il giroscopio: si può vedere come, nonostante il supporto si muova, l’asse di rotazione rimanga fermo

L’idea dietro GyroGlove è al tempo stesso semplice e geniale: si basa su una tecnologia vecchia, il giroscopio, ma viene applicata in modo innovativo ed usando molti moderni accorgimenti.

Il giroscopio non è altro che un disco rotante, che grazie alla legge di conservazione del momento angolare tende a mantenere la direzione del suo asse invariata anche se il suo supporto si muove. Per intendersi è il motivo per cui bilanciarsi su una bicicletta ferma è quasi impossibile mentre rimanere in equilibrio sulla stessa bici in corsa viene molto più facile. Il giroscopio in sé è usato da anni per stabilizzare svariate tipologie di dispositivi: partendo da missili, passando le antenne sulle navi, fino ad arrivare ai satelliti artificiali.

L’idea innovativa è stata appunto quella di provare ad usare un giroscopio per stabilizzare le mani.

Il prodotto è quindi di per sé un guanto con attaccato un giroscopio sul dorso della mano che, per via della legge di conservazione del momento angolare, dovrebbe generare una forza tale da attenuare il tremore. La parte più tecnologica di GyroGlove sono un insieme di sensori che possono trasmettere le informazioni del tremore ad un’applicazione sul cellulare, in modo da poter monitorare se ci sono variazioni durante la giornata e fare statistiche che possano aiutare a tarare meglio le terapie farmacologiche.

Il prodotto ha da poco finito la fase di test in laboratorio e, a detta dei suoi creatori, è riuscito a ridurre più dell’80% del tremore prodotto dalle apparecchiature di collaudo. Contano di iniziare dei test sul campo durante l’anno, ma non c’è ancora modo di sapere se o quando questo prodotto sarà effettivamente commercializzato.

GyroGlove in un bozzetto di studio dove si può notare bene il giroscopio

GyroGlove, in un bozzetto di studio dove si può notare bene il giroscopio

I dubbi che possono rimanere riguardo GyroGlove sono per lo più relativi alla durata della batteria: alimentare un motore richiede parecchia energia e si è sempre faticato a trovare buoni compromessi tra peso e potenza delle batterie, anche ammesso che il guanto sia in grado di adattare la velocità di rotazione in relazione all’effettivo tremore, bisognerà vedere quanto una carica possa durare e quanto tempo sia necessario aspettare per avere una carica completa; mentre un altro dubbio lecito riguarda l’effettiva comodità di questo accessorio e se il suo peso non sarà eccessivo.

Aspettiamo fiduciosi questi sviluppi tecnologici, e speriamo di avere presto buone notizie.

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