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Attività motorio-cognitiva

Questa attività viene svolta una volta a settimana al sabato, dalle 9,45 alle 10,45 ed ha come insegnante Francesco Ciardiello. Prevalentemente si svolge al chiuso, nei locali dell’associazione (Temporaneamente spostati presso la Parrocchia San Vittore di Casbeno- Via Circonvallazione ,3)

Obiettivi e finalità dell’attività.

Il programma attività motorio-cognitiva si fonda su un’impostazione metodologica coerente con le conoscenze attuali sulla fisiopatologia della malattia di Parkinson e sui meccanismi di compenso neurobiologico osservabili nei pazienti coinvolti. La proposta integra componenti motorie, cognitive e relazionali, con l’intento di stimolare in modo sinergico quei circuiti neurali la cui  funzionalità tende a ridursi in conseguenza della progressiva degenerazione dopaminergica.

L’impostazione delle esercitazioni nasce da tre pilastri:

1. la comprensione dei principali meccanismi fisiopatologici del Parkinson, in particolare la compromissione del circuito neuronale e gangli della base.

2. l’osservazione empirica del gruppo, utile per tarare intensità, livello di complessità e progressione degli stimoli;

3. l’esperienza di conduzione, che permette di riconoscere precocemente segnali di affaticamento, rigidità e difficoltà esecutive, adattando l’attività in tempo reale.

L’obiettivo primario è favorire il mantenimento delle capacità motorie e cognitive residue, sostenendo processi di compenso funzionale attraverso la ripetizione guidata di schemi motori, la stimolazione dell’attenzione e la promozione della consapevolezza corporea. Un ulteriore obiettivo non secondario riguarda la modulazione degli aspetti emotivi e motivazionali, spesso influenzati dalla riduzione dopaminergica.

Il protocollo Brainball utilizzato nelle lezioni è un’elaborazione originale che conduce le attività. Non nasce da un format preesistente, ma da un processo personale di ideazione basato su tre elementi: la conoscenza dei meccanismi neurobiologici della  malattia di Parkinson, la valutazione dell’andamento del gruppo e una continua sperimentazione.

L’utilizzo delle palline colorate rappresenta un esempio efficace di stimolazione multisensoriale integrata. Il passaggio della pallina da una mano all’altra (+varianti) coinvolge simultaneamente:

1) Coordinazione bimanuale, che richiede la cooperazione tra emisferi cerebrali attraverso il corpo calloso;

2) Pianificazione motoria, cruciale nei pazienti con ridotta attivazione del circuito fronto-striatale;

3) Attenzione selettiva e memoria, necessarie per riconoscere i colori e ricordare le sequenze;

4) Equilibrio e postura, che dipendono in larga parte dalla regolazione cerebellare.

Gli esercizi in coppia aggiungono una componente relazionale che potenzia l’aspetto motivazionale e introduce variabili imprevedibili, utili per migliorare l’adattabilità motoria. 

Anche attività funzionali semplici, come aiutare un compagno ad alzarsi e sedersi, stimolano schemi motori quotidiani che tendono a deteriorarsi se non esercitati.

Perché questa metodologia potrebbe essere potenzialmente efficace

Gli esercizi proposti si collocano esattamente in questa logica:

1) I movimenti finalizzati riducono il tremore attraverso una maggiore coerenza dei comandi corticali;

2) Le mobilizzazioni ampie contrastano la rigidità grazie a un miglior reclutamento delle unità motorie;

3) Il ritmo facilita l’inizio del movimento, migliorando la fluidità esecutiva;

4) Gli stimoli visivi aiutano a mantenere viva l’attenzione, spesso compromessa;

5) La cooperazione sociale contrasta apatia, isolamento e demotivazione.

Il programma crea condizioni favorevoli affinché i circuiti nervosi residui possano lavorare in modo più efficiente, affiancando in modo naturale l’effetto dei farmaci dopaminergici.

Conclusione

La proposta non è soltanto un’attività motoria, ma un intervento che tiene conto dei fondamenti neurobiologici della malattia e si integra con i meccanismi d’azione dei trattamenti farmacologici.

Attraverso movimento, colore, ritmo, cognizione e relazione, si stimolano vie neuronali che possono mantenere il cervello attivo e funzionale più a lungo. Ogni esercizio risponde a un razionale fisiologico preciso e rende il partecipante parte attiva del proprio percorso terapeutico, in un’ottica di supporto globale alla qualità di vita.