Prendersi cura del malato in famiglia

Il primo incontro dei quattro previsti di “in-formazione per tre accompagnamenti difficili” ha visto la partecipazione di un folto pubblico composto sia da famigliari che da assistenti famigliari (badanti), tutti molto interessati alla presentazione.

Dopo l’introduzione del dott. Edoardo Golzi, Vicepresidente del Coordinamento Volontariato Varese (CVV), la dott.ssa Morelli, che ha saputo catturare l’attenzione e ad interagire con i presenti durante tutto l’incontro, ha esposto tutte le problematiche che coinvolgono chi si prende cura del malato in famiglia. I cambiamenti degli equilibri famigliari portano con sé alcuni sconvolgimenti: lo scatenamento di un senso di rabbia, tristezza, colpevolezza, senso di impotenza ad affrontare la malattia del proprio caro ecc. In conseguenza vengono a sconvolgersi i ruoli e i ritmi famigliari, il rapporto con il lavoro, le relazioni sociali vengono alterate, il bisogno di servizio assistenziale diventa essenziale e, non ultimo, le risorse economiche ne risentono. Se è possibile seguire l’ammalato in casa e con l’aiuto di famigliari, bene, altrimenti bisogna ricorrere ad una assistente famigliare (badante). prendersi_cura_del_malato_2Chi è la badante? E’ arduo definirla. E’ un po’ come definire chi è un Minions: non si sa. E’ tutto: colf, dama di compagnia, cuoca, igienista, talvolta infermiera e assistente notturna. E’ uno stress per tutti vivere la nuova situazione. I cambiamenti costano e in alcuni casi colpiscono anche la salute. E’ necessario adottare delle strategie che impediscano il peggioramento della situazione generale della famiglia. E’ giustoprendersi_cura_del_malato_3 che la badante abbia alcune ore libere, che il famigliare che assiste si prenda delle pause per ri-ossigenarsi, che l’ammalato senta comunque affetto e calore umano anche in questi momenti di apparente abbandono e possa contare sulla presenza di amici o conoscenti che gli stiano vicino. Infine bisogna saper chiedere aiuto senza farsi condizionare da: cosa diranno di me, che figura ci faccio, come sono caduto in basso, non l’avrei mai pensato.

“Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze.”
(William Shakespeare)

Condivisione e solidarietà fanno parte di uno stile di vita che le associazioni di volontariato cercano di diffondere. Ne parleremo nel prossimo incontro. Arrivederci al 14 novembre!

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